L’ipotesi di un governo guidato da Mario Draghi piace evidentemente ai mercati: lo spread scommette sul salvatore dell’euro.
Il nome di Mario Draghi come Presidente del Consiglio ha già fatto sentire il suo peso sulla Borsa: l’indice Ftse Mib ha fatto registrare un considerevole balzo in avanti, mentre lo spread corre al ribasso.
Crisi di governo, l’effetto di Mario Draghi sulla Borsa: lo spread scommette sul salvatore dell’euro
Non sorprende che i mercati premino un nome come quello di Mario Draghi. Si tratta di una figura in grado di dare stabilità e di tenere sotto controllo il debito pubblico. Evidentemente i mercati lo considerano la figura giusta per far partire il Recovery plan italiano. Non bisogna dimenticare inoltre che l’ex Presidente della Bce gode di grande stima e credibilità in tutta la zona Euro.
Lo Spread in calo (come visionarlo in tempo reale) indica chiaramente la fiducia riposta in Mario Draghi, considerato evidentemente come l’uomo giusto al momento giusto in una situazione drammatica per l’Italia che non può permettersi di perdere o investire male i fondi messi a disposizione dall’Unione europea.
Il ruolo di Mario Draghi in un momento cruciale
Quella di Mattarella è stata una mossa strategica che in qualche modo blinda il Recovery plan. Nella mattinata del 3 febbraio Mario Draghi sale al Colle per l’incarico. Successivamente, se dovesse accettare, si procederà con la formazione della squadra di governo e il voto di fiducia in base al suo programma di governo. Se non dovesse ottenere la fiducia, Draghi resterebbe in carica per la gestione degli affari correnti, e quindi fino alla formazione di un nuovo governo o fino a nuove elezioni.
Nel primo caso il tempo a disposizione dell’ex numero uno della Bce sarebbe sicuramente limitato. Ma al momento non si vede una maggioranza di governo. Nel secondo caso, quello del voto, i tempi si allungherebbero e non poco, e per rispettare i tempi richiesti da Bruxelles il Recovery plan dovrebbe essere visto, modificato e inviato proprio da Mario Draghi, che di fatto vincolerebbe i prossimi anni della politica italiana.
